Le infezioni urinarie ricorrenti

Le infezioni delle vie urinarie (IVU) sono altamente soggette a recidiva. Circa il 25% delle donne colpite sviluppa forme ricorrenti, percentuale che sale al 50% nelle donne in postmenopausa. Questo fenomeno è spesso legato a un circolo vizioso tra l’infezione iniziale e la risposta infiammatoria dell’organismo, che rende la vescica sempre più sensibile a nuovi episodi.

La sensibilizzazione della vescica può derivare da alterazioni nella barriera uroteliale, nella risposta immunitaria e nella composizione del microbiota vescicale. Si formano così vere e proprie riserve batteriche che facilitano le recidive. Le conseguenze sulla qualità della vita non sono trascurabili: uno studio europeo mostra una media di tre giorni di assenza lavorativa all’anno per chi soffre di
IVU ricorrente.

Illustrazione 1 - Urologia

Diagnosi precoce e comprensione

La gestione delle IVU deve puntare a diagnosi rapide ed efficaci, per trattare precocemente con meno antibiotici. Occorre migliorare i test diagnostici per comprendere meglio i batteri coinvolti, come escherichia coli, e la loro sopravvivenza nell’ospite. Non tutte le donne si infettano: quasi metà non sviluppa mai un’infezione, suggerendo l’esistenza di meccanismi protettivi naturali ancora poco compresi.

Studiare queste difese potrebbe aprire nuove strade nella prevenzione.
 

Il ruolo chiave del microbioma e della dieta

Il microbioma urogenitale, cioè l’insieme di batteri, virus e funghi che convivono nel tratto urinario, è oggi al centro dell’attenzione. Capirne il funzionamento può portare allo sviluppo di probiotici più efficaci, in grado di prevenire le infezioni in modo naturale e ridurre l’uso di antibiotici, limitando così il rischio di resistenze. Parallelamente, la metabolomica e la ricerca nutrizionale stanno indagando su quali nutrienti favoriscono la crescita batterica e sul ruolo del pH urinario.

Queste scoperte potrebbero aiutare a creare diete mirate per ridurre il rischio di infezioni.
 

Verso nuovi approcci terapeutici

Le scoperte microbiologiche stanno rivoluzionando la comprensione delle IVU. L’uso esclusivo degli antibiotici non solo è spesso inefficace, ma può peggiorare la situazione causando disbiosi intestinale. Intervenire sul microbiota intestinale per riequilibrarlo potrebbe rappresentare un nuovo approccio terapeutico. In futuro, sarà fondamentale approfondire i meccanismi di traslocazione batterica e sviluppare terapie mirate, integrando queste nuove conoscenze nella pratica clinica quotidiana.

 

Bibliografia

  • Gupta K, Trautner BW. “Urinary Tract Infection”. Ann Intern Med. 2022;175(1):ITC1-ITC16.
  • Roberts JA, Waterer G, Crozier T, et al. “Antibiotic stewardship and urinary tract infections: challenges and solutions.” Infect Dis Ther. 2024 Jun;13(2):485-503.